Sembrava una giornata tranquilla, una giornata come tante, una di quelle giornate in cui chiunque sarebbe stato felice, per il semplice fatto che il sole splendeva alto a sovrastare le strade della città. Sembrava che nulla potesse andare storto, che tutto stesse accadendo per un motivo e che non potesse che andare per il meglio. Era una di quelle giornate che sembrava potessero esistere solo nei sogni, perché solo lì sapevi di poter essere felice e che nessuno ti avrebbe portato via i tuoi desideri. La realtà invece era molto diversa, ti metteva sempre di fronte a delle prove, a degli ostacoli via via sempre più difficili da superare, saggiando le tue capacità di andare avanti, di farti forza senza mollare di fronte alle difficoltà che sembravano insormontabili. Ma i sogni no, loro ti cullavano nella dolcezza e nell’illusione che quel momento perfetto potesse durare in eterno e che niente e nessuno avrebbero potuto portartelo via. Ed era così che mi sentivo in quel momento, come se stessi vivendo in un sogno, come d’improvviso tutto ciò che avevo sempre avuto attorno non esistesse più o non avesse più la minima importanza, lasciando il posto alla sola persona in grado di rendermi felice, la sola che avrei voluto vedere ogni giorno e ogni istante della mia vita. Rivolsi il mio sguardo azzurro verso di lui, accompagnato da un sorriso dolce e sincero che partì dalla mie labbra, andando poi ad irradiarsi lungo tutto il mio viso, andando a coinvolgere gli occhi che presero a brillare di una luce nuova, una luce nata dall’amore che provavo per quel ragazzo e che forse non si sarebbe spento mai. I miei occhi si immersero in quelli blu di Blaise, sempre così profondi da sembrare come un mare in tempesta, in mare in cui potevi tuffarti senza mai averne abbastanza, senza mai desiderare di fuggire via, un mare che sapeva intrappolarti e allo stesso tempo cullarti, avvolgendoti con le sue acque profonde. Era così che mi sentivo ogni volta che li guardavo, come una nuotatrice solitaria che poteva godersi quell’oceano tutto per sé, senza mai dovervi rinunciare. La mia mano andò a sfiorare la sua, carezzandola appena in un gesto dolce e delicato che esprimeva tutto l’affetto incondizionato che provavo nei confronti di quell’uomo che mi aveva rubato il cuore. Gli sorrisi ancor più felice al sentire alle sue parole.
-Sei sempre il solito adulatore Blaise. – mormorai, con un leggero imbarazzo, inclinando appena il capo nella sua direzione, agitando appena i boccoli dorati che incorniciavano il mio viso, che presero a danzare seguendo una musica che solo loro potevano conoscere. Lasciai che le mie dita si intrecciassero con le sue, stringendole appena, come se temessi che se lo avessi lasciato andare, in quel momento, lui sarebbe sparito per sempre, senza più fare ritorno, come un incubo che prendeva vita.
Camminavamo piano, seguendo quel sentiero che sembrava aprirsi di fronte ai nostri passi, come se fossimo noi stessi a tracciarlo, istante dopo istante, e non che fosse lui a guidarci, come probabilmente stava invece avvenendo.
-Dove mi stai portando, mio prode eroe? – chiesi poi, rivolgendogli stavolta un sorrisino leggermente più divertito, tentando di stuzzicare il suo lato più giocherellone, quella parte divertente e sarcastica di lui che non lo aveva mai abbandonato davvero.